PAC(Piano di accumulo di capitale): cos'è precisamente?

15.09.2024

Ti è mai capitato di sentire parlare di piani di accumulo di capitale? Vorresti capire come funzionano per poterli utilizzare per guadagnare? Sei interessato ad un metodo di investimento che possa accrescere il tuo patrimonio? Se la risposta è sì, o quantomeno se sei interessato a saperne di più sull'argomento, ti trovi nel posto giusto. Questo articolo ha infatti lo scopo di spiegare cos'è un piano di accumulo, come funziona e come può tornare utile anche te come a milioni di altri investitori. 

CHE COS'E' UN PIANO DI ACCUMULO?
Con il termine "piano di accumulo di capitale" (o PAC) ci si riferisce ad una tipologia di investimento passivo basato su acquisti periodici, regolari e costanti nel tempo di uno stesso strumento finanziario.
In altre parole un PAC consiste nell'investire con regolarità (settimanalmente, mensilmente, annualmente…) in un determinato strumento finanziario (azioni, ETF, obbligazioni…). 

Gli scopi di un PAC sono vari: dalla possibilità di investire senza per forza possedere grandi somme di denaro in uno stesso momento, alla riduzione del rischio o alla volontà di affidarsi ad un piano di investimenti totalmente passivo.

QUANTO DURA UN PAC?
La durata di un piano di accumulo è il primo tra gli argomenti affrontati da questo articolo per via dell'importanza che questo elemento ricopre nel capire quale sia il fine e, dunque, anche le caratteristiche dei vari tipi di PAC esistenti. La durata di un piano di accumulo di capitale costituisce, infatti, uno dei suoi elementi più interessanti.

Sebbene possano potenzialmente esistere piani di accumulo di breve durata, questa tipologia di investimento è per sua stessa natura legata ad orizzonti temporali medio-lunghi. Dal momento, infatti, che un piano di accumulo di capitale presuppone acquisti periodici a distanza solitamente mensile l'uno dall'altro (e comunque generalmente non meno che settimanale) è normale che si tratti di investimenti di lunga durata, poiché sarebbe pressoché impossibile gestirne di breve o brevissimo periodo (pochi mesi magari) con questo metodo. Risulterebbe infatti impensabile o comunque poco efficiente investire con orizzonti temporali di qualche giorno o al massimo mese con un metodo di investimento che porta ad acquistare sempre in una stessa data con regolarità, senza prestare la giusta attenzione ai prezzi di mercato (presupposto indispensabile per investimenti nel breve periodo).

Quanto dura dunque effettivamente un piano di accumulo di capitale? Non esiste un'unica risposta a questa domanda in quanto si tratta di una decisione soggettiva, ma, solitamente, anni, se non decenni.

QUAL E' LO SCOPO DI UN PAC?
La ragione della così estesa durata temporale dei piani di accumulo è da ricercare non solo nella natura dei PAC stessi, ma anche nel loro scopo e nella loro funzione.
Un piano di accumulo, infatti, non ha solitamente l'obiettivo di far guadagnare tanto e subito, bensì quello di consentire di investire regolarmente parte dei propri risparmi al posto che accumularli in un conto bancario o impegnarli in investimenti rischiosi oppure, al contrario, acquistando strumenti finanziari talvolta poco redditizi. Chiaramente niente impedisce di utilizzare i PAC anche ad altri scopi, ma solitamente questo è il loro principale impiego.

Proprio in virtù di queste caratteristiche appena evidenziate, i piani di accumulo sono solitamente utilizzati in relazione a lunghi archi temporali, magari con lo scopo di mettere da parte regolarmente una percentuale dei propri guadagni (stipendio o entrate varie) e nel frattempo accrescerla, così da creare una buona quantità di liquidità utile per il proprio futuro.

QUANTI TIPI DI PAC ESISTONO?
Esistono vari tipi di PAC, tutti con caratteristiche differenti e adatti alle esigenze di investitori diversi. I principali metodi per gestire un PAC sono due:

DOLLAR COST AVERAGING (DCA)
Questo è il tipo di piano di accumulo di capitale più noto e semplice. Un PAC Dollar Cost Averaging si fonda  sul valore del singolo investimento (settimanale, mensile, annuale..) e non sul valore del piano di accumulo in generale. Un PAC di questo tipo, infatti, si basa sull'acquisto di uno strumento finanziario con regolarità e per un valore sempre identico ogni volta.

ESEMPIO
Immagina di voler investire i tuou soldi in un ETF che replica l'andamento dello S&P 500 attraverso un piano di accumulo mensile da 100 euro con metodo Dollar Cost Averaging. Ogni primo giorno del mese investirai la stessa quantità di denaro (100 euro) nell'ETF, a prescindere dal suo valore o dal valore totale del PAC. Nel mese 1 acquisterai dunque quote per un totale di 100 euro, allo stesso modo nel mese 2, nel mese 3, nel mese 4 e così via. La quantità di soldi investiti aumenterà dunque di 100 euro ogni mese mentre il valore totale del PAC aumenterà o diminuirà a seconda dell'andamento del prezzo dell'ETF.

Chiaramente questo metodo di conduzione di un PAC presenta aspetti positivi come anche aspetti negativi che ora analizzeremo cercando di fare chiarezza.

PRO

  • Piano passivo. Il primo punto positivo (anche se per alcuni potrebbe essere visto negativamente) è che si tratta di una tipologia di piano di accumulo totalmente passiva.
    In un PAC Dollar Cost Averaging si può potenzialmente comprare regolarmente senza di fatto sapere il prezzo di ciò che stiamo acquistando, in quanto irrilevante ai fini del piano di accumulo. Ciò permette di eliminare la componente emotiva dal processo di investimento e automatizzare totalmente il PAC. Esistono infatti broker o software ideati proprio per rendere automatico il proprio piano di accumulo e acquistare regolarmente lo strumento finanziario desiderato prelevando i fondi necessari direttamente dal proprio conto bancario.

  • Prevedibilità. Il secondo aspetto positivo sta, appunto, nella prevedibilità. Con un PAC Dollar Cost Averaging, infatti, si saprà sempre la quantità di soldi che ogni mese (o settimana, o anno…) saremo tenuto a mettere da parte ai fini del piano di accumulo, in quanto si tratterà sempre della medesima cifra. 
    Ciò consente di investire senza rischiare di trovarsi talvolta costretti a spendere quantità anche molto ingenti di denaro (come può capitare con altre metodologie di investimento).

CONTRO

  • Rendimento nella mediaIl primo tra gli aspetti negativi del dollar cost averaging consiste nella sua limitata efficienza in relazione ai movimenti del mercato (se comparata ad altre strategie di investimento). Con il dollar cost averaging, infatti, sia che il mercato sia ai suoi massimi e, dunque, in una situazione in cui comprare potrebbe risultare sconveniente, sia che sia ai minimi e, dunque, in un contesto in cui potrebbe essere conveniente investire in una prospettiva di lungo termine, si acquistano quote dell'asset per uno stesso identico valore.

  • Piano passivo. Altro aspetto negativo, come accennato in precedenza, è, poi, il fatto che il dollar cost averaging sia una strategia del tutto passiva.
    Se questa sua caratteristica può comportare conseguenze anche molto positive, essa può talvolta essere vista negativamente da investitori più predisposti ad una gestione attiva del loro portafoglio, anche in relazione a strategie di investimenti come i piani di accumulo di capitale.


VALUE AVERAGING
Questa seconda tipologia di piani di accumulo di capitale è meno nota e più adatta ad investitori con una certa esperienza, in quanto presenta caratteristiche in parte tipiche di una gestione attiva del proprio portafoglio.
I PAC condotti con gestione value averaging si basano sull'acquisto regolare (settimanale, mensile, annuale…) di un quantità di asset tale da accrescere il valore totale del proprio piano di accumulo fino ad un determinato livello prestabilito e che aumenta di mese in mese (settimana in settimana, anno in anno…).
Se il dollar cost averaging si basa sull'investimento di una identica quantità di denaro con regolarità, il value averaging ha invece come priorità il valore totale del proprio piano di accumulo.

ESEMPIO
Immagina di voler investire i tuoi soldi in un ETF che replica l'andamento dello S&P 500 attraverso un piano di accumulo mensile con strategia value averaging che incrementi il suo valore di 100 euro al mese. Il primo mese investirai 100 euro, il secondo mese, invece, ipotizzando un rialzo del mercato che abbia fatto crescere il valore del tuo PAC a 120 euro, acquisterai asset per un un totale di soli 80 euro, così da portare il valore complessivo del PAC a 200 euro. Il terzo mese, invece, ipotizzando un calo del prezzo del tuo ETF che abbia portato il PAC a valere 180 euro, investirai 120 euro, così da far salire il suo valore complessivo a 300 euro. Così facendo il valore totale del piano di accumulo crescerà di 100 euro ogni mese, a prescindere dalle condizioni del mercato.

Come per quanto riguarda la gestione Dollar Cost Averaging, anche in questo caso, un PAC condotto con metodo Value Averaging presenta aspetti positivi e aspetti negativi.

PRO

  • EfficienzaUn piano di accumulo gestito con il metodo del Value Averaging consente di sfruttare appieno le fluttuazioni di prezzo del mercato e soprattutto dello strumento finanziario in cui si sta investendo tramite il proprio PAC. Grazie a questa strategia, infatti, si è in grado di acquistare una quantità maggiore di quote dell'asset scelto quando il suo prezzo scende e al contrario comprarne di meno quando questo sale.
    Ciò consente di investire maggiormente a livelli di prezzo più bassi (quando cioè è più conveniente acquistare) e di meno a livelli di prezzo più alti (quando comprare può talvolta rivelarsi sconveniente).
    Questa metodologia di gestione del PAC determina, dunque, sul lungo periodo, guadagni maggiori rispetto ad un PAC con gestione Dollar Cost Averaging nonché una più elevata efficienza, poiché consente, di fatto, di comprare tanto a poco.

  • Piano attivo. Un piano di accumulo condotto col metodo del Value Averaging ha caratteristiche proprie di una tipologia di investimento passiva, ma, paragonato ad un PAC con gestione Dollar Cost Averaging, presenta elementi tipici anche di una gestione attiva del proprio portafoglio. Il value averaging, infatti, prevede che, prima dell'acquisto regolare dell'asset scelto, si debba analizzare il prezzo di quest'ultimo e, basandosi su di esso, procedere poi all'investimento.
    Non si tratta propriamente di una gestione attiva al 100%, ma certamente di un approccio meno passivo rispetto a quello che solitamente è considerato essere tipico di un piano di accumulo di capitale. Tutto ciò, dunque, può per molti investitori rappresentare la giusta via di mezzo tra lo stock picking vero e proprio e un PAC tradizionale.

CONTRO

  • Vendita. La gestione con metodo Value Averaging prevede che il valore totale del proprio piano di accumulo di capitale sia sempre pari ad un certo livello prestabilito. Ciò comporta che, qualora il prezzo sia inferiore a tale livello, si proceda con l'acquisto di una quantità di quote tale da colmare la differenza, ma, qualora il valore totale risulti superiore a quello del livello prestabilito, bisognerà provvedere vendendo parte del proprio PAC.
    Questa caratteristica dei piani di accumulo condotti con metodo Value Averaging può essere considerata marginale da alcuni investitori, ma da altri potrebbe chiaramente essere vista in modo negativo dato che il PAC nasce come strumento di investimento a lungo termine e vendere comporta di fatto a rinunciare a futuri guadagni. A questo va anche aggiunto il fatto che sulle vendite bisogna pagare delle tasse, che chiaramente vanno ad erodere il nostro guadagno ogni qualvolta decidiamo di alleggerire il piano di accumulo.

  • Piano attivo. Se il fatto che un PAC Value averaging abbia caratteristiche proprie di una gestione attiva del  portafoglio può per molti risultare positivo, per altri può chiaramente essere visto come un punto a sfavore. Questa caratteristica del Value Averaging, infatti, costringe l'investitore a prestare più attenzione e riservare più tempo al proprio PAC e inserisce una componente emotiva certamente non indifferente nel processo di investimento, soprattutto per investitori meno esperti.

  • Inprevedibilità. Il fatto che il Value Averaging non sia basato su investimenti regolari di una stessa identica quantità di denaro fa sì che l'esborso previsto dal PAC sia in alcuni mesi assai ridotto, mentre in altri anche estremamente elevato.
    Qualora il mercato sia sceso particolarmente, infatti, ci si ritroverà costretti a investire in quantità maggiori, qualora, d'altro canto, esso fosse cresciuto molto, l'investimento previsto dal PAC risulterebbe assai minore. Questa caratteristica del Value Averaging consente guadagni maggiori, ma espone anche all'incognita dell'effettivo peso dell'investimento che andremo ad effettuare ogni mese (o settimana, o anno…).

QUANDO INIZIARE UN PAC?
Solitamente la regola che tutti tendono a ripetere in continuazione quando si tratta di investimenti è che bisogna comprare a basso prezzo (o ai minimi) e vendere ad alto prezzo (o ai massimi), il che è certamente giustissimo, ma coi piani di accumulo di capitale non è proprio così: un PAC può essere iniziato quando si vuole.

Questa è un'affermazione che di per sé vale abbastanza poco, ma analizzando le ragioni che portano a sostenere ciò, si capisce come effettivamente il momento in cui si inizia un piano di accumulo non sia poi così rilevante. Come mai?

  • Un piano di accumulo è, innanzitutto, come abbiamo già visto, un investimento sul lungo periodo. Immaginando che la scelta dell'asset che si decide di acquistare sia effettivamente corretta e porti ad una crescita del suo valore nel tempo, passati 5, 10 o addirittura 20 anni dall'inizio del PAC, le oscillazione di prezzo che all'inizio sembravano enormi, appariranno solo piccole variazioni in relazione ai livelli raggiunti. Per capire questo concetto basta guardare il grafico del prezzo di un qualsiasi indicatore, come lo S&P 500, il FTSE Mib o il Dow Jones. Le variazioni di prezzo all'inizio degli anni 2000, se guardate in relazione ai prezzi di quel periodo storico, sembrano enormi, ma, se analizzate in relazione ai prezzi attuali, appaiono praticamente inesistenti.
    Per questa ragione il momento in cui si inizia il proprio PAC è pressoché indifferente: in quanti variazioni anche elevate del prezzo di un asset nel momento dell'acquisto influiscono, ma relativamente poco, in un investimento di lunghissima durata.

  • Un piano di accumulo di capitale è, poi, una tipologia di investimento estesa nel tempo e basata su acquisti regolari e ripetuti di uno stesso asset, perciò a prescindere dal momento in cui esso ha inizio, talvolta comporterà acquisti a prezzi bassi e talvolta a prezzi alti.
    Anche se si inizia un piano di accumulo di capitale in un momento in cui il mercato è ai minimi, prima o poi (o per lo meno si spera) comincerà a salire fino a toccare dei massimi, ma dal momento che il PAC non si può interrompere a seconda delle condizioni del mercato (altrimenti perderebbe la sua stessa natura) anche a livelli elevati si dovrà acquistare rendendo di fatto indifferenti tutti gli sforzi necessari per individuare il giusto momento in cui iniziare il proprio piano di accumulo.

In definitiva, programmare la data di inizio di un PAC a seconda delle condizioni del mercato risulta praticamente ininfluente in una prospettiva di lungo periodo.

QUANTO SI GUADAGNA CON UN PAC?
A questo punto la domanda sorge spontanea: quanto si può guadagnare con un PAC? Chiaramente non esiste un'unica risposta a questo quesito, ma in questa sezione cercheremo di capire quanto effettivamente un piano di accumulo possa essere remunerativo.

Prima di entrare nel dettaglio e cercare di capire quanto si possa guadagnare con un PAC, è importante sottolineare che, sulla base di quanto spiegato in precedenza, un piano di accumulo tende ad essere una strategia di investimento sul lungo periodo e con un rischio moderatamente basso. Essendo infatti una strategia passiva e usata per lo più per far fruttare i propri risparmi e creare riserve di denaro nel lungo periodo, solitamente si basa sull'acquisto di asset meno esposti a rischi di perdita.

Per capire i potenziali guadagni di un PAC è, però, necessario tenere in considerazione anche i seguenti fattori:

  • Asset. Alla base di un piano di accumulo di capitale c'è innanzitutto la selezione di un asset da acquistare con regolarità e saranno proprio le performance di tale asset a determinare quanto si guadagnerà col proprio PAC. Solitamente i piani di accumulo, proprio in virtù della loro tendenza ad essere investimenti poco rischiosi e di lungo periodo (come spiegato in precedenza), si fondano sull'acquisto di strumenti finanziari relativamente prevedibili o comunque in grado di allinearsi alle prospettive di crescita del mercato più che sull'acquisto di asset scelti con la finalità di ottenere rendimenti migliori di quelli del mercato stesso. Si tratta dunque principalmente di ETF su indici azionari (o obbligazionari, a seconda delle strategie) il cui prezzo varia in relazione alla crescita o alla decrescita di un intero mercato nazionale, globale o talvolta anche di uno specifico settore.
    Chiaramente un PAC può basarsi sull'acquisto anche di altri tipi di asset finanziari a seconda delle esigenze di ogni investitore, del profilo di rischio scelto o delle proprie inclinazioni personali, ma solitamente essi tendono ad essere investimenti di carattere abbastanza generale.

  • Durata. Chiaramente a fare la differenza tra l'esito di un piano di accumulo di capitale e un altro è anche la loro durata, sia in positivo che in negativo.
    Sebbene fino ad ora abbiamo descritto i PAC come strategie di investimenti dal rischio relativamente basso, nessun investimento è mai veramente esente da pericoli e anche i piani di accumulo possono comportare una perdita di denaro. Terminare un PAC mentre il mercato è ai suoi massimi, ad esempio, chiaramente risulterà in guadagni maggiori rispetto a terminarlo col mercato ai minimi. E' inoltre altresì vero che, immaginando di trovarsi in una situazione di mercato mediamente crescente, terminare un PAC dopo 5 anni comporterà guadagni minori che terminarlo dopo 10 o 20, in quanto si rinuncerà a futuri incrementi di capitale.
    La durata del proprio piano di accumulo è dunque un elemento essenziale di un PAC e lo definisce in maniera importante.

Questi sono, dunque, i due fattori che principalmente influiscono sull'efficienza di un piano di accumulo, ma la domanda comunque resta: quanto si può guadagnare con un PAC? Per capirlo è necessario fare qualche calcolo e magari affidarsi ad alcuni siti, come ad esempio il calcolatore di risparmio in ETF di iShares o Blackrock, che consentono di calcolare i guadagni ottenibili tramite un piano di accumulo di capitale a seconda dell'asset finanziario in cui si pensa di investire, della crescita nel tempo stimata di quest'ultimo e della durata del PAC.

ESEMPIO
Ipotizza di aver investito per 20 anni i tuoi soldi in un piano di accumulo mensile da 100 euro sullo S&P 500. Attualmente la quantità totale di denaro investita sarebbe pari a 24.000 euro, mentre il valore totale del PAC sarebbe di 36.660,96 euro, con un guadagno complessivo di 12.660,96 euro cioè più o meno il 53% dell'investimento totale (commissioni escluse).

VANTAGGI E SVANTAGGI
Dopo aver analizzato approfonditamente i piani di accumulo di capitale e aver capito il loro funzionamento, il loro scopo e le loro caratteristiche, è il momento di trarre delle conclusioni sulla loro utilità e sui loro aspetti positivi e negativi, soprattutto se paragonati ad altre forme di investimento. In definitiva, ha senso investire tramite un piano di accumulo di capitale? Cerchiamo di capirlo.

PRO

  • Investimento passivoUn PAC è una tipologia di investimento passivo, che non richiede la continua analisi del mercato per funzionare, ma si fonda su un'unica (potenzialmente anche molto rapida) analisi del mercato, per poi programmare investimenti automatici o pressoché automatici negli anni a seguire. Questa caratteristica tipica dei piani di accumulo ne determina alcuni aspetti che per certi investitori possono essere anche molto positivi:

  • SemplicitàUn PAC, essendo un investimento passivo, è facilmente gestibile sia tramite acquisti manuali di un determinato asset senza necessità di conoscere e analizzare le effettive condizioni del mercato, sia tramite software o broker in grado di automatizzare l'intero processo.

  • Eliminazione dell'emotività. Ciò che caratterizza gli investimenti attivi e soprattutto quelli gestiti da principianti è l'elevata presenza di una componente emotiva nell'intero processo di investimento. Un PAC invece, essendo un investimento passivo, prevede di comprare secondo delle regole prestabilite (cioè tramite acquisti regolari) che non possono essere modificate (altrimenti la natura stessa del piano di accumulo verrebbe meno). Ciò consente di investire eliminando l'intero processo di scelta del momento più opportuno in cui acquistare o l'attesa del giusto prezzo a cui comprare o ancora la scelta dell'asset in cui investire ogni qualvolta si decida di impegnare il proprio capitale.

  • Basso rischio. Un piano di accumulo è solitamente una tipologia di investimento a rischio relativamente basso in quanto, per via della sue funzione (spiegate nei paragrafi precedenti), tende ad essere usato per investire in asset che non mirano a battere il mercato, ma a seguirlo e replicarlo totalmente o in parte.
    Va inoltre considerato che il PAC è una tipologia di investimento estesa nel tempo, il che comporta una riduzione dei rischi strettamente legati al prezzo di acquisto dello strumento finanziario, che sono invece più elevati per quanto riguarda investimenti con versamento unico. Essendo inoltre un metodo di investimento sul lungo e medio termine è certamente esposto ad alcuni rischi, ma chiaramente non è minimamente interessato dalle fluttuazioni di prezzo giornaliere o settimanali di un asset, che invece possono determinare il successo o meno di investimenti più speculativi o sul breve o brevissimo periodo.
    In realtà è corretto specificare che anche i PAC non sono esenti da pericoli e soprattutto non sono per forza investimenti a basso rischio, ma per l'uso che ne si fa di solito tendono per loro natura a prestarsi a strategie più conservative e meno rischiose.

CONTRO

  • Ridotto rendimento. I piani di accumulo sono metodi di investimento solitamente a basso rischio, il che comporta anche che ad essi siano necessariamente associati rendimenti non elevati, ma simili a quelli dell'intero mercato. Ciò non significa che non si possa guadagnare con un PAC, ma che semplicemente se si sta cercando di far crescere il proprio portafoglio ad un tasso più elevato di quello medio del mercato, esistono tipologie di investimento assai più adatte ad assolvere questo scopo, ma certamente anche mediamente più rischiose. Come evidenziato in precedenza, infatti, è comunque possibile guadagnare cifre non indifferenti attraverso un piano di accumulo ben gestito e con rischio moderatamente ridotto, il che fa dei piani di accumulo dei buoni metodi di investimento per chi cerca guadagni non straordinari, ma comunque neanche minimi.

  • Investimento passivoQuesta caratteristica dei PAC, sebbene in molti casi positiva, può talvolta risultare negativa per tutti quegli investitori interessati ad una gestione attiva del portafoglio, con tutto quello che ciò comporta, dalla carica emotiva, all'analisi dei mercati o allo stock picking.

CONCLUSIONI
Siamo ora giunti alla conclusione di questo articolo sui piani di accumulo ed è dunque anche arrivato il tanto atteso momento di capire se effettivamente vale la pena o meno di impegnare sé stessi e il proprio capitale in un PAC.
Ha, in definitiva, senso iniziare un piano di accumulo?

La risposta è si, ma a delle condizioni. Un PAC è certamente la soluzione migliore per tutti coloro che vogliono mettere da parte una porzione dei loro stipendi o guadagni e investirla, senza però accontentarsi dei rendimenti di alcuni asset, come le obbligazioni (le quali comportano certamente bassissimi rischi, ma in alcuni periodi storici risultano purtroppo essere assai poco redditizie) ma al contempo non vogliono neanche perdere ore e ore del loro tempo a imparare come interpretare i bilanci delle aziende, studiare i mercati e analizzare l'economia globale per poter investire il loro capitale in singole azioni di singole aziende talvolta anche rischiando molto.

Un PAC è dunque adatto a investitori del genere, che accettano rischi moderati in cambio di rendimenti in linea con il mercato per poter far fruttare i loro risparmi e generare una riserva di liquidità che in futuro possa tornare loro utile per potersi permettere un tenore di vita più alto anche in situazioni non propriamente floride.

Le informazioni contenute in questo blog sono fornite a scopo puramente informativo e educativo. Le opinioni espresse sono quelle degli autori e non devono essere interpretate come consigli finanziari, legali o professionali. Gli investimenti comportano dei rischi e i risultati passati non sono indicativi di risultati futuri. È fondamentale effettuare una propria ricerca e consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere decisioni di investimento. L'autore e il blog declinano ogni responsabilità per eventuali perdite o danni derivanti dall'uso delle informazioni fornite. 

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